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Incidenti in edilizia. Crestini: “No nuove normative ma riconoscimento qualifica di costruttore”
INCIDENTI SUL LAVORO IN EDILIZIA
Crestini (Edili Confartigianato): “Non servono nuova normative
Ma è urgente il riconoscimento della qualifica di costruttore”
“Non servono nuove norme che andrebbero a sovrapporsi a tante altre già esistenti, ma è urgente definire la qualifica di costruttore edile per evitare che persone incompetenti si possano improvvisare operatori del settore”. Questa la riflessione di Stefano Crestini, vicepresidente Confartigianato Prato e presidente degli Edili, alla luce dell’ultimo tragico incidente del lavoro in un cantiere. “L’impatto emozionale – dice Crestini – non deve spostare la riflessione su un fenomeno che sebbene ancora lontano dall’essere definitivamente stroncato, mostra evidenti segni di miglioramento”. Confartigianato Imprese Prato pone l’accento sul percorso virtuoso delle proprie aziende artigiane e più in generale dell’intero settore dove negli ultimi dieci anni si è formata una cultura della sicurezza che ha radicalmente cambiato l’approccio col lavoro, un cambiamento confermato appieno dai risultati. “I numeri elaborati dall’ufficio studi di Confartigianato nazionale su dati Inail mostra, a livello italiano, un crollo degli infortuni: dai 26.886 del 2007 ai 13.432 del 2016 – dice Crestini – In Toscana gli infortuni nelle imprese edili artigiane è calato dell’8,6% tra il 2015 e il 2016. Ma al di là dei numeri, il concetto che si è ormai consolidato nelle aziende è che gli addetti sono il bene più importante dell’impresa e su di loro si concentrano le attenzioni in termini di sicurezza”.
Da evitare quindi, sull’onda emozionale dei recenti incidenti, il sovraccaricare il settore con ulteriori normative. “Le norme ci sono e spesso anzi si sovrappongono creando incertezze – spiega Crestini – Quindi non si tratta di produrne di nuove ma di rispettare quelle esistenti. Quella che invece manca da sempre e che farebbe la differenza è quella dovrebbe regolare l’accesso alla professione da parte del costruttore: non è ammissibile che in pochi giorni chiunque possa improvvisarsi edile semplicemente iscrivendosi alla Camera di commercio, potendo accedere inoltre a finanziamenti importanti come ad esempio a quelli per la prevenzione antisismica. In questo caso possiamo parlare di imperizia e di sacche di illegalità da combattere senza pietà. Occorre rafforzare la filiera dell’edilizia nelle sue tre principali figure: il committente, l’impresa e il progettista. Ognuno deve fare la sua parte per alimentare la cultura della sicurezza e della qualità del lavoro. E non dimentichiamo che il committente, ovvero anche il semplice cittadino che deve fare dei lavori, ha corresponsabilità anche penali in caso di mancanze sia normative che fiscali da parte dell’impresa da lui incaricata”.
Ma è urgente il riconoscimento della qualifica di costruttore”
“Non servono nuove norme che andrebbero a sovrapporsi a tante altre già esistenti, ma è urgente definire la qualifica di costruttore edile per evitare che persone incompetenti si possano improvvisare operatori del settore”. Questa la riflessione di Stefano Crestini, vicepresidente Confartigianato Prato e presidente degli Edili, alla luce dell’ultimo tragico incidente del lavoro in un cantiere. “L’impatto emozionale – dice Crestini – non deve spostare la riflessione su un fenomeno che sebbene ancora lontano dall’essere definitivamente stroncato, mostra evidenti segni di miglioramento”. Confartigianato Imprese Prato pone l’accento sul percorso virtuoso delle proprie aziende artigiane e più in generale dell’intero settore dove negli ultimi dieci anni si è formata una cultura della sicurezza che ha radicalmente cambiato l’approccio col lavoro, un cambiamento confermato appieno dai risultati. “I numeri elaborati dall’ufficio studi di Confartigianato nazionale su dati Inail mostra, a livello italiano, un crollo degli infortuni: dai 26.886 del 2007 ai 13.432 del 2016 – dice Crestini – In Toscana gli infortuni nelle imprese edili artigiane è calato dell’8,6% tra il 2015 e il 2016. Ma al di là dei numeri, il concetto che si è ormai consolidato nelle aziende è che gli addetti sono il bene più importante dell’impresa e su di loro si concentrano le attenzioni in termini di sicurezza”.
Da evitare quindi, sull’onda emozionale dei recenti incidenti, il sovraccaricare il settore con ulteriori normative. “Le norme ci sono e spesso anzi si sovrappongono creando incertezze – spiega Crestini – Quindi non si tratta di produrne di nuove ma di rispettare quelle esistenti. Quella che invece manca da sempre e che farebbe la differenza è quella dovrebbe regolare l’accesso alla professione da parte del costruttore: non è ammissibile che in pochi giorni chiunque possa improvvisarsi edile semplicemente iscrivendosi alla Camera di commercio, potendo accedere inoltre a finanziamenti importanti come ad esempio a quelli per la prevenzione antisismica. In questo caso possiamo parlare di imperizia e di sacche di illegalità da combattere senza pietà. Occorre rafforzare la filiera dell’edilizia nelle sue tre principali figure: il committente, l’impresa e il progettista. Ognuno deve fare la sua parte per alimentare la cultura della sicurezza e della qualità del lavoro. E non dimentichiamo che il committente, ovvero anche il semplice cittadino che deve fare dei lavori, ha corresponsabilità anche penali in caso di mancanze sia normative che fiscali da parte dell’impresa da lui incaricata”.
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