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In Italia sale al 36,6% la quota della “innovazione” nelle Piccole Imprese.
La Commissione Europea ha recentemente pubblicato un’analisi del quadro europeo di valutazione della innovazione.
I Paesi Nord Europei si confermano leader nell’innovazione: la Svezia si posiziona in testa rispetto alla classifica compilata dalla Commissione e presenta il più alto livello dell’indice di innovazione, seguita da altri Paesi leader di innovazione quali Danimarca, Finlandia, Germania e Paesi Bassi. Tra i 28 Paesi dell’Unione, l’Italia si colloca al 17° posto. .
Il Quadro di valutazione “L’Unione dell’innovazione”, seguendo la metodologia delle edizioni precedenti, si avvale di 25 diversi indicatori, raggruppati in otto dimensioni dell’innovazione e tre principali categorie di indicatori:
- Elementi abilitanti: gli elementi di base che consentono di realizzare l’innovazione – Risorse umane, Sistemi di ricerca aperti, eccellenti e attraenti,Finanziamenti e aiuti.
- Attività delle imprese: mette in luce gli sforzi di innovazione delle aziende europee – Investimenti delle imprese, Collaborazioni e attività imprenditoriali,Attivi intellettuali.
- Risultati: mostra come questo si traduce in benefici per l’economia nel suo insieme – Innovatori e Effetti economici.
Per quanto concerne il Quadro di valutazione dell’innovazione regionale, non sono disponibili dati regionali per molti degli indicatori del Quadro di valutazione “L’Unione dell’innovazione”, poiché tali dati non vengono raccolti a livello regionale per tutti i paesi o perché non vengono affatto raccolti e questo forse è penalizzante nel posizionamento dell’Italia.
Il Quadro di valutazione dell’innovazione regionale si limita pertanto a utilizzare dati regionali per 11 dei 25 indicatori del Quadro di valutazione “L’Unione dell’innovazione”.
Figura 1: Struttura del Quadro di valutazione “L’Unione dell’innovazione”:
La ricerca sottolinea come l’Italia presenta nel 2015 un significativo aumento della quota di PMI innovative in-house – piccole e medie imprese che hanno introdotto internamente nuovi prodotti o processi internamente – che è del 36,6%, di 7,9 punti superiore alla media di 28,7% dell’Ue; In questo caso siamo appena di soli 2 punti dietro al 38,6% registrato delle PMI tedesche e davanti al 28,8% della Francia, al 17,6% del Regno Unito e del 15,5% della Spagna. Per questo indicatore nel 2015 l’Italia sale al 6° posto nell’Ue a 28 migliorando sensibilmente la 10° posizione del 2014. Tra
il 2014 e il 2015 l’Italia è l’unico tra i maggiori Paesi europei che presenta un aumento della propensione ad innovare delle PMI (+1,8 punti).
La ricerca della Commissione rileva che i drivers per l’innovazione per un territorio consistono in un “mix di investimenti pubblici e privati e partnership efficaci per l’innovazione tra imprese e mondo accademico, una solida base di istruzione e la ricerca d’eccellenza”. Le ricadute economiche dell’innovazione si devono concretizzarsi in vendite ed esportazioni di prodotti innovativi e creazione di occupazione. I processi di innovazione, inoltre, sono sostenuti dalla specializzazione in tecnologie abilitanti e in particolare “nel campo dei materiali avanzati, delle biotecnologie industriali, della fotonica e delle tecnologie di fabbricazione avanzate“.
Confartigianato Imprese Prato da tempo è impegnata a sostenere le imprese aderenti e concentrate nel “GRUPPO INNOVATORI” che sviluppano idee e progetti trovando sostegno per il reperimento di risorse e sbocchi di mercato. La ricerca da testimonianza che anche lo sforzo dell’Associazione ha contribuito a risalire di varie posizioni nella classifica Europea.
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