Si è tenuto presso l'Auditorium Manlio Germozzi nella sede nazionale di Confartigianato Imprese a Roma,…
Firmato il Decreto che riscrive il Regolamento End of Waste “inerti”
Il Ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha firmato lo schema di regolamento sulla cessazione della qualifica di rifiuto (End of waste) dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione ai sensi dell’articolo 184-ter, Dlgs 152/2006. Il nuovo testo disciplina le modalità e le caratteristiche che tali rifiuti debbono avere al fine di poter essere impiegati nei cantieri come prodotti, non più come rifiuti. Nello specifico, il decreto chiarisce quattro aspetti fondamentali per le imprese che riciclano e per quelle che li impiegano:
– i flussi di rifiuti interessati;
– i criteri di conformità ai fini della cessazione della qualifica di rifiuto;
– gli scopi specifici di utilizzabilità (es. sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali, recuperi ambientali, riempimenti e colmate, confezionamento di calcestruzzi e miscele legate con leganti idraulici);
– gli obblighi documentali.
Il provvedimento, una volta entrato in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale preannunciata per i prossimi giorni, abrogherà e sostituirà l’attuale regolamento End of waste di cui al Dm 152/2022. Il 15 marzo 2024 si era chiuso il periodo di “osservazione” della Commissione europea sullo schema di decreto ai sensi della normativa Ue sulla comunicazione dei provvedimenti “tecnici” che possono incidere sul mercato dell’Unione. Non essendo arrivate osservazioni europee il Ministro ha proceduto a finalizzare il documento.
Rimangono però alcune criticità che dovranno essere risolte, fra le quali:
– la mancanza di una previsione per i rifiuti prodotti nei piccoli cantieri ed alle regole di accettazione in impianto di recupero;
– introduzione di nuovi test da effettuare sulla matrice solida dell’aggregato poiché il DM sembra fissare limiti massimi di concentrazione per gli IPA (idrocarburi policiclici armoatici), molto restrittivi;
– esclusione della possibilità di End of waste per le terre e rocce da scavo, quando non classificate come sottoprodotto, che finiranno in discarica con conseguenze economiche ma soprattutto ambientali di un certo spessore;
– esclusione da End of waste anche dei rifiuti inerti interrati: negli impianti di recupero arrivano invece molti materiali di riporto che, anche in questo caso, sarebbero destinati ad andare in discarica.
Entro 24 mesi dall’entrata in vigore del Decreto, il Ministero dell’ambiente valuterà i dati di monitoraggio acquisiti tramite il Registro nazionale delle autorizzazioni al recupero (ReCER) ed eventualmente procederà alla revisione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto.
– i flussi di rifiuti interessati;
– i criteri di conformità ai fini della cessazione della qualifica di rifiuto;
– gli scopi specifici di utilizzabilità (es. sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali, recuperi ambientali, riempimenti e colmate, confezionamento di calcestruzzi e miscele legate con leganti idraulici);
– gli obblighi documentali.
Il provvedimento, una volta entrato in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale preannunciata per i prossimi giorni, abrogherà e sostituirà l’attuale regolamento End of waste di cui al Dm 152/2022. Il 15 marzo 2024 si era chiuso il periodo di “osservazione” della Commissione europea sullo schema di decreto ai sensi della normativa Ue sulla comunicazione dei provvedimenti “tecnici” che possono incidere sul mercato dell’Unione. Non essendo arrivate osservazioni europee il Ministro ha proceduto a finalizzare il documento.
Rimangono però alcune criticità che dovranno essere risolte, fra le quali:
– la mancanza di una previsione per i rifiuti prodotti nei piccoli cantieri ed alle regole di accettazione in impianto di recupero;
– introduzione di nuovi test da effettuare sulla matrice solida dell’aggregato poiché il DM sembra fissare limiti massimi di concentrazione per gli IPA (idrocarburi policiclici armoatici), molto restrittivi;
– esclusione della possibilità di End of waste per le terre e rocce da scavo, quando non classificate come sottoprodotto, che finiranno in discarica con conseguenze economiche ma soprattutto ambientali di un certo spessore;
– esclusione da End of waste anche dei rifiuti inerti interrati: negli impianti di recupero arrivano invece molti materiali di riporto che, anche in questo caso, sarebbero destinati ad andare in discarica.
Entro 24 mesi dall’entrata in vigore del Decreto, il Ministero dell’ambiente valuterà i dati di monitoraggio acquisiti tramite il Registro nazionale delle autorizzazioni al recupero (ReCER) ed eventualmente procederà alla revisione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto.
Vi terremo aggiornati sull’argomento con prossimi approfondimenti.
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