Una delegazione di Confartigianato Imprese Prato, guidata da Barbara Catani, membro della Camera Nazionale dell’Acconciatura,…
LOTTA ALL’ ABUSIVISMO – Catani: “Arrivano risultati ma non si deve abbassare la guardia”
L’abusivismo non è un problema di razza, ma di categoria
“Un plauso alla Polizia Municipale che ha scoperto e sequestrato l’ennesimo salone cinese abusivo. Ma attenzione: questo fenomeno non riguarda solo i cinesi, quindi non si tratta di puntare il dito su loro ma su un’intera categoria, formata in prevalenza di italiani, che svolgono illegalmente questa attività sommersa. Guai quindi ad abbassare la guardia”.
Barbara Catani, presidente di Confartigianato Acconciatori, fa il punto della situazione quasi un anno dopo il varo della campagna per la lotta all’abusivismo chiamata “Scarta l’abusivo” e lanciata da Confartigianato Imprese Prato per dare un contributo concreto agli organi preposti ai controlli sulle attività illegali.
“Sappiamo bene che lottare contro l’abusivismo e l’evasione totale è molto difficile – spiega Catani – ma abbiamo potuto avere risultati incoraggianti che testimoniano l’efficacia di questa stretta collaborazione con gli organi preposti, a cominciare da Guardia di Finanza e amministrazione comunale. L’errore sarebbe tuttavia quello di allentare la morsa proprio nel momento in cui si iniziano a ottenere risultati. Confartigianato, grazie all’iniziativa Scarta l’abusivo, ha consegnato alle autorità un dossier con diverse segnalazioni su cui concentrare le verifiche. Sappiamo che gli strumenti a disposizione degli organi di vigilanza sono limitati, ma occorre fare tutto il possibile per proseguire in questa difficile battaglia”. Si tratta quindi di rinsaldare sempre più questa sintonia con le autorità: accogliendo le richieste di Confartigianato l’amministrazione comunale ha già provveduto a rendere più severe le sanzioni per gli illegali smascherati. “Sarebbe inoltre utile – conclude Catani – allargare i controlli anche a certi saloni apparentemente legali ma che praticano prezzi che oggettivamente non consentirebbero di lavorare in regola con le norme vigenti in materia”.
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