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Nuovo codice del commercio: l’impegno di Confartigianato sul territorio
NUOVO CODICE DEL COMMERCIO PER LA TOSCANA
Confartigianato Imprese Prato: incontreremo i sindaci della provincia per delineare insieme politiche di tutela e promozione dei negozi di vicinato
10 novembre 2018 – Approvato il nuovo codice del commercio a livello regionale, adesso l’attenzione si sposta a livello territoriale visto che il testo licenziato dal consiglio regionale lascia ampia discrezionalità su vari fronti ai singoli Comuni. Confartigianato Imprese Prato, che valuta per alcuni aspetti in modo positivo il nuovo codice, meno per altri, guarda già ai prossimi impegni da assumere per proseguire la propria attività di tutela e promozione dei negozi di vicinato. “Già nei prossimi giorni chiederemo di incontrare i comuni della provincia su questo tema – spiega Sabrina Nesti, dirigente Confartigianato con delega al commercio – Il testo regionale offre infatti un ampio margine decisionale alle amministrazioni locali, soprattutto per gli aspetti legati per esempio alla durata delle sagre e dei mercatini, in merito ai quali il testo prevede ampie deroghe. La collaborazione con gli enti locali su questo fronte diventa quindi sempre più strategica e il primo passo che vogliamo fare come Confartigianato è quello di rafforzare fin da subito i rapporti di fattiva collaborazione con i comuni della nostra provincia, al fine di sollecitare una politica sempre più attenta alle realtà commerciali e artigianali più piccole ma che rivestono un ruolo fondamentale di presidio sul territorio”.
Merito della Regione, secondo Confartigianato Imprese Prato, è stato quello di aver dato vita a una concertazione con le associazioni di categoria per determinare un testo più vicino possibile alle reali esigenze del settore. “Le nostre istanze non sono state tuttavia sempre accolte – osservano Marco Matteucci, presidente della categoria Alimentari vari e Denise Verzillo, dirigente con delega a servizi e commercio – La valorizzazione dei centri commerciali naturali appare infatti insufficiente a tutelare e promuovere i negozi di vicinato, avendo nei fatti dimostrato ampiamente i loro limiti, soprattutto nelle zone periferiche delle città. Anche per questo motivo occorre confrontarsi con le amministrazioni per individuare forme più efficaci per rilanciare il piccolo commercio”.
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