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Scarti Tessili

Scarti tessili, situazione grave

Scarti tessili, siamo sull’orlo di una pericolosa deriva dovuta al fatto che in Toscana le discariche autorizzate sono poche e stracolme di questo tipo di rifiuto.

A partire dal primo gennaio 2017 è entrato in vigore a Prato il nuovo regolamento che impone la deassimilazione degli scarti tessili. Il primo di febbraio è accaduto a Carmignano e successivamente anche negli altri comuni (a giugno a Montemurlo e a luglio nei comuni di Vaiano e Poggio a Caiano. Si ricorda che gli altri due comuni della provincia, e cioè Cantagallo e Vernio, sono stati i primi ad adottare tale regolamento nel luglio del 2015). Quindi oggi gli scarti tessili non sono più assimilati ai rifiuti urbani ma sono classificati a tutti gli effetti come rifiuti speciali. Tutte le aziende che producono scarti tessili non possono più usufruire del servizio di raccolta dei rifiuti urbani gestito da Alia (ex-A.S-M.), ma si devono essere organizzate autonomamente con imprese autorizzate allo smaltimento di tali rifiuti.Dopo soli tre mesi dall’entrata in vigore del regolamento di DE-assimilazione nel comune di Prato, a causa della chiusura della discarica “del Cassero” di Pistoia (la discarica ha subito un incendio nel luglio 2016 e le indagini della magistratura hanno portato al sequestro da parte del GIP in data 4 marzo 2017) sono iniziati i problemi sulla raccolta degli scarti. Infatti, tutte le società (sia pubbliche sia private) di raccolta e smaltimento che operano sul territorio hanno avuto l’inconveniente di non poter inviare il rifiuto a quella discarica che è la più specializzata della zona. Alcuni soggetti privati hanno inoltre incontrato il “muro” della burocrazia che ha impedito loro di aumentare i quantitativi di raccolta pur avendo la possibilità di smaltire in altre discariche. Quindi la raccolta ha subito un blocco pressoché totale.

Confartigianato Imprese Prato da oltre un anno si è preoccupata di negoziare con le varie Pubbliche  Amministrazioni e nei confronti della ex-A.S.M. tutte le tematiche inerenti l’entrata in vigore dei nuovi regolamenti che imponevano la De-assimilazione degli scarti tessili. Non solo, si è preoccupata anche di sensibilizzare le imprese e di individuare operatori privati in grado di dare risposte concrete ai bisogni che stavano emergendo.

Confartigianato Imprese Prato è intervenuta ogni volta che una novità si affacciava sullo scenario in rapida evoluzione essendo suo preciso compito “difendere e tutelare le imprese associate”. In un anno di trattative sono stati messi a punto modalità operative più vantaggiose per le imprese rispetto a quanto programmato dagli Enti Pubblici e sono state ottenute alcune importanti facilitazioni.

Confartigianato Imprese Prato è  intervenuta più e più volte sulla necessità di rinviare l’entrata in vigore dei regolamenti nei comuni che ancora non l’avevano applicato ma in questo caso è stato trovato un netto rifiuto da parte di tutte e tre le Amministrazioni Comunali, rifiuto dettato, probabilmente, dal fenomeno del “travaso” dei famosi sacchi neri dalle zone che già applicano tali regolamenti alle loro.

Ad oggi la situazione non accenna a migliorare: alcuni soggetti hanno ricominciato a ritirare gli scarti ma con molta lentezza e difficoltà (ad esempio anche oggi risulta che non sono in grado di consegnare i cassoni di raccolta presso le aziende) e comunque con incrementi dei prezzi a carico delle aziende, in taluni casi si arriva perfino a 400 euro a tonnellata come prezzo “finito” tra costo del viaggio e costo al Kg.. Tali incrementi, anche se fossero dovuti alla individuazione di altre discariche più lontane di quella posta a Pistoia ed il relativo aumento del costo di trasporto, non sono giustificabili.

Confartigianato Imprese Prato non ha mai smesso di occuparsi di quanto stava e sta accadendo, anzi ha rinnovato gli sforzi.

Confartigianato Imprese Prato ha sensibilizzato alcuni Consiglieri Regionali, in particolare Ilaria Bugetti, affinché intervenisse nei confronti degli organi regionali, si è adoperata per ottenere un incontro (svoltosi il 5 di giugno scorso presso la sede di Confartigianato Imprese Prato) con il Sindaco di Prato su queste tematiche e in tale occasione il Sindaco Matteo Biffoni  ha promesso un intervento specifico  e si è fatto carico, insieme a Confartigianato Imprese Prato ed alle altre associazioni di categoria del territorio, di incontrare l’Assessore all’Ambiente della Regione Toscana Dott.sa Federica Fratoni  per individuare soluzioni all’emergenza ma anche individuare strategie di lungo periodo.

All’appuntamento, fissato per ieri 4 luglio, l’Assessore era assente per motivi di carattere istituzionale ma si è svolto ugualmente alla presenza dei dirigenti dell’Assessorato e della Consigliera Ilaria Bugetti, del Sindaco Matteo Biffoni, del Presidente dei Tessili di Confartigianato Toscana Moreno Vignolini e dei rappresentanti delle altre associazioni di categoria del territorio pratese.

Di seguito alcune annotazioni che sono state all’Assessorato all’ambiente della Regione Toscana:

  • È veramente incredibile che solo dopo tre mesi di raccolta di un unico rifiuto speciale sul territorio del comune di Prato e Carmignano (si ricorda che i comuni di Cantagallo e Vernio hanno iniziato la procedura di “de assimilazione” il primo di luglio del 2015 senza che si sia creato nessun problema) si sia arrivati al punto di non riuscire a fare una regolare raccolta perché le discariche sono traboccanti di questo tipo di rifiuto. Forse sono stati fatti degli errori di valutazione? Senza contare che il periodo in esame non è stato contraddistinto da picchi lavorativi importanti anzi, purtroppo la congiuntura è stata piuttosto sfavorevole. Cosa potrebbe accadere se il lavoro sul tessile riprendesse a pieno ritmo?
  • Sconcerta come sia stato facile governare un’emergenza affidando non “alla buona gestione” ma semplicemente aumentando i prezzi che il cliente non può esimersi dal pagare altrimenti incapperebbe in un reato penale.
  • È diventato inderogabile, per arginare l’emergenza, velocizzare il rilascio di nuove autorizzazioni ai soggetti privati preposti alla raccolta ed allo smaltimento, individuare ed autorizzare altre discariche sul territorio regionale. La risposta immediata potrà permettere un veloce riassorbimento delle produzioni di questo tipo di rifiuto. Sul lungo termine, però, bisognerà adoperarsi seriamente al fine di progettare soluzioni economicamente e ambientalmente più vantaggiose ma soprattutto continuative come la possibilità di ottenere energia dall’incenerimento di questo tipo di rifiuto che è considerato speciale ma non pericoloso (termovalorizzatori). Questa sarebbe una scelta coraggiosa e lungimirante, anche se impopolare nell’immediato, che se fatta bene può creare sviluppo: un circolo virtuoso di risparmio e crescita per tutti.

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